Il coraggio di rinascere by Edith Eva Eger

autore:Edith Eva Eger [Eger, Edith Eva]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Corbaccio
pubblicato: 2021-01-21T21:14:55+00:00

IL DOLORE PUÒ ESSERE UN INVITO A RIVEDERE LE NOSTRE PRIORITÀ.

Il dolore è fatto di tanti strati diversi: dispiacere, paura, sollievo, senso di colpa di chi sopravvive, domande esistenziali, sicurezza diminuita, fragilità. La nostra percezione del mondo si interrompe e si riorganizza. Secondo un proverbio, «il tempo guarisce tutte le ferite». Ma io non sono d’accordo. Non è il tempo che guarisce, è l’uso che voi fate del tempo.

A volte si compensa lo sconvolgimento provocato dal dolore tentando di mantenere ogni cosa com’era: lavori, abitudini e relazioni rimangono statici. Ma quando si è subita una grave perdita niente è più lo stesso. Il dolore può essere un invito a rivedere le nostre priorità e prendere nuove decisioni, a ricollegarci alle nostre gioie e scopi, a impegnarci di nuovo a dare il meglio di noi stessi adesso, ad accettare che la vita ci sta indicando una nuova strada.

Quando il dolore bussò alla porta – cosa che fa con voi, con me, con chiunque –, Daniel non era soddisfatto di vivere in modo meccanico, di fare continuamente le stesse cose. Era pronto a cambiare marcia e a riprendersi il proprio potere.

Come dichiarò: «Può accadere qualcosa di così difficile o tragico che si deve scegliere se continuare a essere come prima, o cambiare in meglio».

La storia del suo lutto iniziò come una storia d’amore. Conobbe Tracy a diciotto anni. Entrambi canadesi, frequentavano gli stessi corsi universitari, scienza ambientale e studi sul loro ambiente di provenienza. Ben presto diventarono amici e amavano conversare per ore, rilassati e felici della reciproca compagnia.

Oggi, però, Daniel pensa che «c’erano molte cose di cui non abbiamo parlato e che probabilmente avremmo dovuto affrontare».

Daniel aveva venticinque anni quando si sposarono, trenta quando nacque il loro figlio, Joseph. Si trasferirono nella provincia originaria di Tracy. Poi le cose cominciarono a deteriorarsi. Lei stava facendo carriera in ambito accademico e professionale: aveva conseguito il suo master, studiava per un dottorato, era una quotata esperta dell’ambiente e una consulente molto considerata. Ma il ritorno a casa evidenziò tutti i motivi per cui se n’era andata da lì: nella comunità dilagavano alcolismo e dipendenza da droghe, accompagnati da un’escalation di violenza e delitti. Inoltre, anche se Daniel non lo sapeva ancora, Tracy si era riavvicinata ai tragici abusi che erano già accaduti all’interno della sua famiglia. Cadde in una spirale di alcol e di rabbia, e quando lei e Daniel si separarono Joseph aveva solo due anni.

Fecero del loro meglio per esercitare il ruolo di genitori in modo rispettoso, dividendosi alla pari la custodia del bambino e cercando di non litigare in sua presenza. Ma la vita di Tracy stava diventando sempre più disordinata. Le sospesero la patente, probabilmente per guida in stato di ebbrezza, e, in diverse occasioni in cui le riportava Joseph, Daniel aveva la fastidiosa sensazione che lei fosse ubriaca. Si confrontò con lei sulle sue preoccupazioni e la risposta fu che stava affrontando alcune difficoltà personali, ma aveva tutto sotto controllo.

Una volta, preoccupato per la salute della sua ex moglie, Daniel lasciò Joseph a casa con una babysitter e andò a cercarla.

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